Genitori imperfetti 4

Eccoci arrivati alla funzione genitoriale della Regolazione 

         Regolare è la funzione genitoriale per accompagnare il cucciolo d’uomo alla possibilità di adattarsi all’ambiente che lo circonda: sia da un punto di vista del proprio sé (ritmi sonno/veglia; cibo/riposo; trattenere/rilasciare…) che da un punto di vista prettamente “legislativo”. In estrema sintesi è la funzione specifica di quella parte che in Analisi Transazionale E. Berne ha chiamato Genitore Normativo. Il genitore normativo trasferisce le regole e insegna ad usarle. 
Berne discrimina tra il GN+ e il GN-: il primo illustra al meglio anche i rischi della trasgressione, spiega i vantaggi e le motivazioni della regola e poi lascia libero il cucciolo d’uomo di responsabilizzarsi a suo piacere; il secondo non spiega le motivazioni della regola e soprattutto si pone in modalità punitiva e persecutoria “devi fare come dico io perché lo dico io!”

         La pellicola ideale per riflettere sulle conseguenze disastrose di un GN- è sicuramente Il nastro bianco chemostra in modo magistrale la dimensione persecutoria del processo normativo.                   
Il film si presenta angosciante fin dall’inizio: in bianco&nero, con le prime scene di imposizione del ritmo fin dall’allattamento.

Forte è la difficoltà di vedere-accettare la parte buia dei propri figli. Il nastro bianco, imposto come quasi un marchio, rappresenta il monito al perseguire la purezza, più come obbligo che come ideale.  
Altro dato interessante è vedere come l’insegnamento segue la regola della ripetizione fino ad arrivare a perderne il significato profondo e intrinseco, riducendo tutti i gesti a rituali vuoti o carichi solo di senso di colpa.

Ora sorge spontanea una domanda: cos’è il rispetto che la regolazione deve insegnare?    
Re= indietro  Espico= guardare, l’etimologia ci indica la risposta: guardare indietro.
L’adulto avanza per definizione e il genitore è un’apripista che precede i passi e che ogni tanto, deve (e può!) volgersi indietro a vedere se viene seguito. Il bambino invece, può guardare solo avanti. Quindi…….

SOLO L’ADULTO PUO’ RISPETTARE IL BAMBINO

Almeno finché il bambino, riuscendo ad avanzare, guadagna anch’esso la posizione di adulto e l’azione di voltarsi indietro può essere alternata.

Molto interessante appare la punizione nel mostrarsi come atto di profondo possesso, tale da sentire in prima persona il dolore. L’atto d’amore estremo: ti punisco nonostante io stesso senta dolore. Non posso esimermi.

Questo tipo di padre regolatore non lascia spazio a nessun tipo di confronto, domanda o dialogo perché viene interiorizzato solo come punitivo, quindi il padre più immediatamente disponibile per questi bambini è Dio.        
Un Dio a cui rivolgono le domande disperate di poter essere salvati nonostante il peccato, poter essere degni di vita nonostante non rispondano alle aspettative paterne (scena della masturbazione punita/regolata con l’essere legato al letto prima di dormire)   
La banalità del male è espressa in modo magistrale: attraverso la quiete si crea la sensazione del preludio alla tragedia.       
Il bambino diverso, il bambino down, guarda il mondo con occhi diversi grazie alla sua diversità. Viene colpito agli occhi per questo motivo e per bloccarlo in una dimensione di bambino: senza vedere non potrà diventare adulto.

Ma la cosa più interessante è la domanda che serpeggia nel villaggio: “Chi ha potuto ferire un bambino?”

La domanda risulta surreale, in un luogo in cui i bambini vengono picchiati e puniti in continuazione ogni giorno!

La domanda esprime lo sdegno del gesto compiuto FUORI dal genitore, fuori dalla dimensione del possesso che legittima la violenza (solo io posso picchiare mio figlio, perché questo è giusto, educativo, normale)

         Un’educazione risulterà rispettosa solo quando avendo chiara la posizione di potere, mi girerò indietro a conoscere il mio sconosciuto da guidare con il desiderio di conoscerlo, vederlo, capirlo e così guidarlo al meglio. Uscire dalla performance, rinunciare al FARE per dare spazio all’ESSERE.

         Nel nastro bianco viene descritta una società patriarcale estrema in cui il “padre” ricorda molto la figura di Gollum-il MIO tessssoro. (Il Signore degli anelli) Questo tipo di società genera un cerchio chiuso sul fine del riscatto: si procede di padre in figlio passando il testimone del possesso, in cui da vittime si diventa carnefici, con la stessa sequenza descritta da Freud nel binomio sadico-masochista.

In questa società intrisa di regole non c’è regolazione perché chi detiene il potere non è regolato!

         La funzione regolativa espressa con la legge della parola è una specie di manna che discende dal cielo su di noi e noi la respiriamo.
La legge libera dall’onnipotenza, è percepita come una legge amica che consente di rilassarmi andando nel mondo libero e sicuro nella possibilità di vivere transazioni evolutive.

Come per tutti i giochi, nel gioco della vita posso divertirmi solo se conosco le regole e ad esse mi appoggio!

Arrivederci all’ultima funzione: la TRADUZIONE

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *